Storie del territorio | 16 febbraio 2019, 16:39

STACCO, quando il trasporto sociale fa bene alla comunità

STACCO, quando il trasporto sociale fa bene alla comunità

10 anni, 10mila utenti tra Verona, Belluno, Treviso e Venezia, quasi 500mila chilometri l’anno. Sono i risultati di STACCO il Servizio di trasporto sociale organizzato dai volontari delle province di Verona, Belluno, Treviso, e Venezia

I dati sono emersi durante il convegno “Al volante e al telefono: i volontari che fanno la differenza”, organizzato al Museo Nicolis di Villafranca dal Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) in collaborazione con Fondazione FEVOSS Santa Toscana. Il servizio è pensato per chi, in ridotta capacità psicomotoria o disagio sociale, ha necessità di spostarsi per effettuare cure, visite o per attività ludico motorie. Non si tratta quindi di un’ambulanza, né di un taxi ma di una preziosa risorsa in grado di rispondere all’esigenza di arrivare alla destinazione desiderata e di coniugare il mero spostamento logistico con qualche sorriso, una chiacchiera, la condivisione di uno stato d’animo.

Il servizio stesso, in dieci anni, di strada ne ha fatta parecchia evolvendosi e strutturandosi. Partito nel 2009, Stacco non si è mai fermato e ad oggi, a Verona, coinvolge 317 volontari appartenenti a 21 associazioni, grazie al coordinamento della Federazione del Volontariato di Verona ente gestore del Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) di Verona e su finanziamento della Regione Veneto.

Nel veronese, i 60 mezzi in circolazione pressoché continua percorrono 481.238 chilometri l’anno, accompagnando a destinazione 6.544 persone. Si tratta, in quasi la metà dei casi – 41,9% - di persone che vivono sole, per le quali l’assenza di una rete famigliare comporta la mancanza di un supporto nei momenti di bisogno e una minore disponibilità economica.

Con il supporto di Economics Living Lab, spin off dell’Università degli Studi di Verona, lo studio si è posto di ricostruire il profilo dei beneficiari dal punto di vista socio-demografico e delle reti sociali di riferimento, stimare l’accessibilità al servizio nelle quattro province coinvolte e valutarne anche la portata economica calcolando il così detto social return on investment (SROI): il tasso di ritorno del welfare di comunità. Da qui arriva uno dei dati più eclatanti. In totale, il costo annuale del servizio STACCO è di 1.128.327 euro considerato che gli autisti sono volontari, ma se la stessa attività fosse remunerata, i costi lieviterebbero fino a oltre 3 milioni di euro. Una serie di ulteriori valutazioni e calcoli su informazioni qualitative, quantitative e finanziarie, a partire dall’analisi sociale, giungendo all’analisi costi-benefici, ha permesso infatti di evidenziare un tasso di ritorno dell’investimento pubblico molto elevato: dal 320% al 870%, derivante da un investimento pubblico in grado di contribuire all’attivazione di circuiti virtuosi di welfare di comunità. “Ciò significa che il milione circa speso per STACCO è in grado di dare servizi alla collettività per 5milioni e mezzo di euro”, spiega Chiara Tommasini, presidente del CSV di Verona.

Tra gli utenti, la maggior parte è veronese con 315 persone e si tratta dunque di uno spaccato fortemente rappresentativo della realtà territoriale locale. L’utenza esaminata è formata all’85% da anziani pensionati con un’età media di 73 anni, per lo più donne (329 donne e 204 uomini), di nazionalità italiana; solo 13 gli stranieri. Individui che, pur per la metà in discreta salute, per il 90% sono di fatto limitati nello svolgimento delle attività quotidiane. A completare il profilo socio demografico è un livello di istruzione basso: circa il 70% degli utenti ha la licenza elementare o media e l’8% una qualifica professionale. Solo il 10% possiede il diploma di maturità e solo il 3% è laureato. Complessivamente, si tratta di situazioni personali complesse per cui il servizio di trasporto sociale rappresenta anche un importante valore aggiunto: “consentire un occhio vigile su queste persone quasi sempre sole e segnalare eventualmente alle istituzioni preposte la necessità di prendere in carico situazioni di forte disagio e marginalità, tant’è che il 90% di loro ha dichiarato di sentirsi più tranquillo, accudito e sereno”, commenta Cinzia Brentari, coordinatrice del CSV.

“Complessivamente, i risultati sono ottimi e la Regione Veneto ha rifinanziato il progetto fino a settembre con 110mila euro. Ma molto può essere ancora fatto ad esempio per sostituire i mezzi di trasporto usurati, coprire le spese di manutenzione, carburante, assicurazione. Ciascuno, dai privati alle aziende, può contribuire con risorse o il proprio tempo”, è l’appello di Tommasini.

Per ulteriori informazioni: www.staccoverona.it.