Storie del territorio | 28 novembre 2019, 12:54

L’era del monopattino

Solo pochi giorni fa a Verona la Polizia Locale ha sanzionati nuovi episodi di uso scorretto dei monopattini. Tra parcheggi impossibili, infiniti utenti e ordinanze: oltre le polemiche, come funziona (o dovrebbe funzionare) la micromobilità elettrica tra le vie della città.

L’era del monopattino

«L’invasione dei monopattini», «come i simesi», «nessuno rispetta le regole». L’approvazione a Verona del regolamento per la circolazione di monopattini elettrici e segway ha acceso la miccia per l’esplosione di un fenomeno che ha colto i veronesi di sorpresa.

Nel giro di pochi giorni, a fine settembre, nelle vie e nelle piazze del centro storico sono apparse decine di monopattini in sharing. Veicoli da noleggiare tramite app per smartphone, usare per brevi spostamenti e lasciare a destinazione per il prossimo utente.

Verona è fra le prime città in Italia ad aver recepito, con un’ordinanza a metà settembre, il decreto ministeriale entrato in vigore a fine luglio. Firmato dall’ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, ha l’obiettivo di sperimentare la circolazione di questi nuovi mezzi per due anni, per poi introdurre le norme, perfezionate, nel Codice della strada. Ogni comune può decidere di autorizzare «in via sperimentale la circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica, esclusivamente in ambito urbano», si legge nel decreto.

Sono considerati quattro diversi tipi di mezzi: oltre a monopattini e segway (pedana con due ruote parallele e “manico”), anche hoverboard (senza “manico”) e monowheel (ruota unica, su cui muoversi in equlibrio). Gli ultimi due, già sottoposti a maggiori limitazioni nel decreto, sono esclusi dalle norme del Comune di Verona.

«Verona è la terza città in Italia che regolamenta questo nuovo mezzo di trasporto» ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Viabilità e Traffico Luca Zanotto. «Non è solo una moda ma un’alternativa concreta per chi vuole spostarsi in città senza usare l’auto». Si tratta infatti di mezzi pensati per brevi tratte urbane. «Siamo convinti che questi mezzi innovativi possano diventare una risorsa per la città, dei nuovi alleati contro traffico e inquinamento. Ecco perché abbiamo deciso di sperimentarne l’uso sul territorio comunale, a patto che vengano rispettate alcune regole, semplici ma indispensabili per la sicurezza di tutti».

È proprio sul rispetto delle regole e sul buon senso latitante che molti cittadini hanno espresso critiche. C’è chi viaggia in due, chi transita dove non è concesso, chi parcheggia in mezzo al marciapiede. La fantasia nello sgarrare non conosce limiti. Con le reazioni tra l’infastidito e l’infuriato di chi è costretto al salto degli ostacoli o rischia di essere colpito alle spalle da un bolide silenzioso. Pronta a controllare e sanzionare, come per gli alti mezzi, la Polizia Locale.

La circolazione, allo stesso modo di auto e biciclette, è permessa per mezzi privati e a noleggio, ma è stato l’arrivo delle aziende di sharing che ha punteggiato il centro storico di monopattini. I costi per un monopattino elettrico vanno dai 200 euro dei più economici, ai circa 400 delle marche più note, fino ad anche mille per i modelli “lusso”.

Per un mezzo la cui circolazione è ancora limitata a piste ciclabili e zone a 30 chilometri orari, la spesa è per ora alla portata di pochi. Ecco quindi la fioritura dello sharing, con le prime società a conquistare Verona che sono state la veronese Bit Mobility e le estere Bird e Lime, seguite a ruota da diverse altre nelle settimane successive.

 

https://youtu.be/moPyJyhdCzY

 

Fra le prime aziende in Italia ad aver importato il modello, già diffuso in molte città del mondo, c’è infatti Bit Mobility, che ha sede a Bussolengo. «L’idea di sviluppare un’azienda dedicata alla micromobilità elettrica è nata con un viaggio in California, dove abbiamo visto il fenomeno già molto sviluppato» spiega Michela Crivellente, amministratore della società. Insieme ai fratelli Martina e Gianmaria, e al padre Mauro, ha fondato Bit Mobility a marzo, e in pochi mesi si è affacciata al mercato che si stava aprendo grazie alle nuove leggi. Il debutto, la scorsa estate, è stato a Cattolica, sulla riviera romagnola.

«Sempre più persone, anche con mezzi privati, usano i monopattini. Sarebbe sciocco non vedere il fenomeno. Accadono già incidenti e situazioni spiacevoli, risulta quindi necessario introdurre delle norme e aggiornare il Codice della strada» afferma Michela Crivellente. «In questo momento è necessario fare tanta informazione, trattandosi di una novità. È comprensibile che gli utenti non abbiano ancora chiare tutte le regole».

Intanto, però, i disagi con i monopattini a Verona ci sono. Manovre azzardate, incidenti e parcheggi in punti critici sono all’ordine del giorno. «Nelle zone in cui il Comune di Verona ha vietato la circolazione, abbiamo inibito la possibilità di chiudere il noleggio e parcheggiare i nostri monopattini, perché sappiamo che in quella zona non dovrebbero stare» spiega Crivellente. «In quelle zone il monopattino decelera ai 6 km/h, la velocità imposta dal decreto ministeriale, perché un blocco totale potrebbe dare origine a problemi di sicurezza. Per quanto riguarda la sosta, non parcheggeremmo mai la bicicletta in mezzo al marciapiede. Il nostro invito è di parcheggiarlo come fosse un mezzo proprio».

Il concetto alla base dello sharing, però, è la condivisione. Non si usano mezzi propri. «Ritengo lo sharing fondamentale per lo sviluppo futuro delle città. Dove c’è maggiore condivisione dei beni si può usufruire di alcuni servizi in modo sempre più capillare. Dalle auto, ai monopattini, dai motorini alle bici. Se un bene è di tutti, per assurdo assume ancora maggiore valore, dovrei averne ancora più rispetto».

Secondo i detrattori, quella del monopattino è solo una moda. «Come tutte le novità incuriosisce, ma i cittadini dovrebbero vederla come un’opportunità che aggiunge un valore alla mobilità, non come qualcosa che ne toglie».

«I monopattini – continua la numero uno di Bit Mobility – non sostituiscono nemmeno i mezzi pubblici, vanno a rafforzare la rete cittadina di trasporto urbano».

Regole d’uso generali

  • Sì: monopattini e segway. No: hoverboard e monowheel
  • Velocità massima 20 km/h, scende a 6 sulle aree pedonali
  • Necessaria la maggiore età o il “patentino” per i minorenni
  • Rispettare le norme del Codice della strada

Dove si può circolare con i monopattini a Verona

  • Piste ciclabili e ciclopedonali
  • Zone a 30 km/h
  • Aree pedonali (attive nei soli giorni di sabato e festivi) di via Catullo, via Quattro Spade, Corte Farina, via Sant'Eufemia, vicolo Ostie

Dove si può sostare

  • Stalli per bici e moto
  • A lato della strada, senza costituire pericolo o intralcio

Come guidare

  • Avere mani e braccia libere
  • Vietato trasportare passeggeri o cose
  • Evitare cambi di direzione repentini, portare il mezzo a mano in caso di traffico veicolare o di pedoni
  • Dopo il tramonto del sole e mezz'ora prima del suo sorgere, indossare giubbotto o bretelle ad alta visibilità
  • Il casco è consigliato, ma non obbligatorio

Sharing: come funziona

  • Primo passo è scaricare la app sullo smartphone, ogni gestore ha la propria
  • Si effettua l’iscrizione e si collega un metodo di pagamento (in genere carta di credito o prepagata)
  • Tramite l’app si cerca il monopattino libero più vicino e si sblocca con il qr code
  • Si avvia con una spinta
  • Si accelera con una levetta, il freno è simile a quello di una bici
  • L’app segnala le zone in cui è possibile circolare
  • Tramite l’app si può terminare il noleggio, oppure tenerlo prenotato in sosta

Sharing: quanto costa

  • 1 euro per iniziare la corsa e un costo al minuto, che varia dai 15 ai 25 centesimi a seconda del gestore
  • Un costo al minuto per tenerlo prenotato in sosta, in genere 5 centesimi al minuto