La
battaglia per la guarigione di un bambino, raccontata attraverso i disegni di
mamma e papà, diventa un libro. Una storia, a tutti gli effetti, che unisce
realtà e fantasia in un connubio affascinante e commovente.
Come
possono, una mamma e un papà, spiegare al proprio bambino, ricoverato in un
reparto di oncologia pediatrica, che cosa gli sta succedendo e perché deve
sottoporsi alle terapie? Anita Tommasi e Gabriele Buniotto, due genitori
veronesi, hanno scelto di unire, alle parole e agli sguardi di incoraggiamento,
agli abbracci e alle carezze piene di amore per il loro piccolo Nicola, dei
disegni colorati. Questi disegni raccontano la storia di Lino, un piccolo
pesciolino, triste perché non sta bene, perché non è più colorato come i suoi
amici e non riesce più a correre e a fare le bolle come loro. Finché un latte
magico e i raggi di un sole molto particolare lo aiutano a stare meglio,
permettendogli di tornare a giocare con gli altri pesciolini.
Oggi Nicola
ha 12 anni e sta bene, e la storia disegnata per lui da mamma e papà è
diventata un libro cartonato, La storia di Pe, Sciò e Lino (Edizioni L’Omino
Rosso, acquistabile online all’indirizzo www.regionalstorefvg.com), che si prefigge l’obiettivo di aiutare altri
bambini e le loro famiglie ad affrontare la malattia.
«Nicola
aveva 3 anni e non riusciva a capire che cosa gli stesse accadendo. La
psicologa del CRO (Centro di Riferimento Oncologico, ndr) di Aviano, in cui
eravamo in cura, ci suggerì di provare a spiegarglielo attraverso una storia.
Così abbiamo disegnato, su dei semplici fogli a quadretti, la storia di un
pesciolino, anche lui malato, che guarisce però grazie a delle speciali cure.
L’effetto è stato immediato: già il giorno successivo Nicola era molto più
sereno. Il dottor Maurizio Mascarin, che seguiva il caso di Nicola, ha
conservato la storia, finché ha deciso di pubblicarla perché, a suo avviso,
avrebbe potuto aiutare altre persone» raccontano Anita e Gabriele.
«Anita non
credeva che i suoi disegni sarebbero stati pubblicati un giorno, ma quella
storia mi era piaciuta molto, trovavo che potesse tornare utile non solo ai
nostri pazienti, ma anche a tutti quei bambini che devono semplicemente guarire
da un’influenza» spiega il dottor Mascarin che non è nuovo ad esperienze di
questo tipo: da sempre ha l’abitudine di raccogliere il materiale prodotto dai
suoi ragazzi e dai loro familiari in pubblicazioni, che hanno la doppia
funzione di accompagnare i nuovi pazienti nel tortuoso percorso della malattia,
e insieme di raccogliere fondi per la ricerca e per l’Area Giovani del CRO.
«Quando ti colpisce una malattia» ha aggiunto il dottor Mascarin «ragazzi e
genitori si sentono gli “ultimi della classe”, dei “calimero” colpiti dalla
sfortuna. Pubblicare queste storie permette loro di diventare protagonisti,
arrivando a trarre qualcosa di buono anche da un'esperienza così negativa».