Storie del territorio | 15 novembre 2013, 12:47

Una favola per guarire

Una favola per guarire

La

battaglia per la guarigione di un bambino, raccontata attraverso i disegni di

mamma e papà, diventa un libro. Una storia, a tutti gli effetti, che unisce

realtà e fantasia in un connubio affascinante e commovente.

Come

possono, una mamma e un papà, spiegare al proprio bambino, ricoverato in un

reparto di oncologia pediatrica, che cosa gli sta succedendo e perché deve

sottoporsi alle terapie? Anita Tommasi e Gabriele Buniotto, due genitori

veronesi, hanno scelto di unire, alle parole e agli sguardi di incoraggiamento,

agli abbracci e alle carezze piene di amore per il loro piccolo Nicola, dei

disegni colorati. Questi disegni raccontano la storia di Lino, un piccolo

pesciolino, triste perché non sta bene, perché non è più colorato come i suoi

amici e non riesce più a correre e a fare le bolle come loro. Finché un latte

magico e i raggi di un sole molto particolare lo aiutano a stare meglio,

permettendogli di tornare a giocare con gli altri pesciolini.

Oggi Nicola

ha 12 anni e sta bene, e la storia disegnata per lui da mamma e papà è

diventata un libro cartonato, La storia di Pe, Sciò e Lino (Edizioni L’Omino

Rosso, acquistabile online all’indirizzo www.regionalstorefvg.com), che si prefigge l’obiettivo di aiutare altri

bambini e le loro famiglie ad affrontare la malattia.

«Nicola

aveva 3 anni e non riusciva a capire che cosa gli stesse accadendo. La

psicologa del CRO (Centro di Riferimento Oncologico, ndr) di Aviano, in cui

eravamo in cura, ci suggerì di provare a spiegarglielo attraverso una storia.

Così abbiamo disegnato, su dei semplici fogli a quadretti, la storia di un

pesciolino, anche lui malato, che guarisce però grazie a delle speciali cure.

L’effetto è stato immediato: già il giorno successivo Nicola era molto più

sereno. Il dottor Maurizio Mascarin, che seguiva il caso di Nicola, ha

conservato la storia, finché ha deciso di pubblicarla perché, a suo avviso,

avrebbe potuto aiutare altre persone» raccontano Anita e Gabriele.

«Anita non

credeva che i suoi disegni sarebbero stati pubblicati un giorno, ma quella

storia mi era piaciuta molto, trovavo che potesse tornare utile non solo ai

nostri pazienti, ma anche a tutti quei bambini che devono semplicemente guarire

da un’influenza» spiega il dottor Mascarin che non è nuovo ad esperienze di

questo tipo: da sempre ha l’abitudine di raccogliere il materiale prodotto dai

suoi ragazzi e dai loro familiari in pubblicazioni, che hanno la doppia

funzione di accompagnare i nuovi pazienti nel tortuoso percorso della malattia,

e insieme di raccogliere fondi per la ricerca e per l’Area Giovani del CRO.

«Quando ti colpisce una malattia» ha aggiunto il dottor Mascarin «ragazzi e

genitori si sentono gli “ultimi della classe”, dei “calimero” colpiti dalla

sfortuna. Pubblicare queste storie permette loro di diventare protagonisti,

arrivando a trarre qualcosa di buono anche da un'esperienza così negativa».