Dall'idea di creare sodalizi tra anziani e bambini per scongiurare lo spopolamento delle zone montane, ad un progetto per regalare un'infanzia "normale" ai bambini della comunità sinti, per arrivare alla messa in rete delle case di riposo e ad un'app che funziona come Booking ma che si occupa di selezionare servizi per le famiglie. Il progetto Well Done della Cooperativa Sociale Cooss Marche di Ancona, presentato dalle speaker Beatrice Gatto e Romina Boraso, è stato valutato all’unanimità vincitore di questa terza edizione di Welfare on Stage, grazie alle capacità dimostrate in public speaking, empatia, presentazione grafica e testo. Le iniziative progettuali saranno valutate per il possibile sostegno a valere sul bando Welfare & Famiglia dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariverona nel corso di una riunione calendarizzata entro la fine del corrente mese di ottobre.
Well Done, Cooperativa Sociale Cooss Marche
Il progetto prevede concrete azioni territoriali a sostegno del benessere familiare e della promozione di corretti stili di vita, interessando le politiche socio-sanitarie-assistenziali in termini di presa in carico integrata, volta a fornire servizi di consulenza, supporto e affiancamento delle famiglie. La proposta si caratterizza per un’accentuata trasversalità che comprende il benessere della famiglia nella sua accezione più ampia (inclusi gli ambiti del disagio sociale, sanitario, economico): l’intersettorialità degli esperti coinvolti permetterà una significativa diversificazione di proposte per la famiglia. Prevista un’articolata rete di partner (misto pubblico\privato) e un ampio bacino territoriale: Ancona e Ambiti Territoriali Sociali 9 e 13 (per un totale di 28 comuni). Come utenti previsti 1.600 famiglie (e 25 operatori del welfare).
Abbracci della Coop dell'Alveare
Il progetto è presentato da una rete di 15 imprese sociali veronesi che si occupano di servizi educativi e di cura. Il programma intende sperimentare, in alcune zone della città e della provincia, l'apertura di spazi in cui favorire la creazione di reti di prossimità e di inclusione, ridurre le situazioni di isolamento e solitudine, prevenire episodi di marginalizzazione, sperimentando servizi integrati a minori e giovani in situazione di disagio, disabili lievi e anziani soli e/o parzialmente autosufficienti.
I territori di intervento sono quelli di Verona, Dossobuono, San Martino Buon Albergo.
Il Paziente Riscoperto della Coop Anziani e non solo
Il progetto intende fornire una risposta adeguata all’aumento dei carichi assistenziali in capo alla famiglia e al conseguente impatto rilevante su coloro che si occupano di un proprio familiare malato (anziano o con disabilità) e che svolgono una fondamentale funzione di cura e assistenza: i caregiver. Obiettivo centrale della proposta è, quindi, offrire spazi e servizi dedicati di supporto ed opportunità di inclusione sociale volte a valorizzare il ruolo dei caregiver (previsti target di giovani e adulti), rimarcando la finalità di risaltarne la preziosa e fondamentale risorsa che essi rappresentano per la società e per renderli attori attivi di un modello di welfare maggiormente sostenibile. Le azioni si svolgeranno a carattere interprovinciale, interessando i territori di Mantova, Verona e Vicenza (coinvolgimento di 250 studenti, 350 famiglie, 150 malati\disabili, 3.500 cittadini).
Centro Anziani per la famiglia, Cooperativa Ipab la Pieve
Il progetto è finalizzato sia a sviluppare processi di empowerment di comunità per migliorare la valorizzazione della persona anziana e disabile, ma ancora in buone condizioni psicofisiche (promuovendo inclusione, integrazione e intergenerazionalità), sia ad attivare programmi specifici di sollievo alle famiglie coinvolte, che presentano utenti in maggior stato di difficoltà. Il progetto, mirato al miglioramento del processo di sostegno alla domiciliarità, è promosso da cinque Centri Servizi Anziani che operano in provincia di Vicenza: oltre al capofila, Centro Villa Aldina di Rossano Veneto, Fondazione Gaspari Bressan di Isola Vicentina, Ipab di Dueville e Ipab suor Diodata Bertolo di Sandrigo. Dato che ognuno dei centri si rivolge anche ai comuni limitrofi a quello in cui opera, il territorio coinvolto complessivo è di una ventina di comuni (oltre alla comunità locali, coinvolte 250 famiglie, 50 malati e 25 disabili).
Altovicentino Community, Comune di Santorso
L’iniziativa prevede la creazione di uno sportello
centralizzato di segretariato sociale (“URP Altovicentino” reale e virtuale)
capace di dare alla cittadinanza e, in particolare alle famiglie, informazioni
su servizi sociali, culturali e ricreativi, progetti e supporti offerti dal
territorio. La finalità è quella di dare
continuità e risalto ai numerosi servizi già esistenti, ma poco noti agli utenti,
e colmare il vuoto di quelli necessari e prestati solo da alcuni comuni
appartenenti alla rete di partenariato, attivando una circolazione delle
informazioni e delle buone pratiche. L'area geografica sulla quale insiste il
progetto è individuata nel territorio dell'Altovicentino dei 28 enti locali
partner, che coinvolge un’area di 630 km2 appartenenti al distretto 2 Aulss7.
Disability Navigator della Coop Cercate
Il progetto intende affrontare il tema dell’inclusione sociale delle famiglie di persone con disabilità, non adeguatamente coinvolte in percorsi di vita indipendente e di effettiva cittadinanza: il servizio di “disability navigator” avrà il fine di promuovere e coordinare azioni trasversali di sostegno a tali soggetti. Sul piano operativo si intende sperimentare (primi in Italia) una strategia d’azione codificata dall’O.M.S, denominata Community Based Rehabilitation (CBR): strategia con cui sviluppare la riabilitazione, l’uguaglianza delle opportunità, la riduzione della povertà e l’inclusione sociale (delle persone con disabilità e delle loro famiglie) all’interno della comunità di appartenenza. L’ambito territoriale comprende le provincie di Verona e Mantova (su un’utenza prevista di complessive 200 famiglie).
La Famiglia si rigenera del Comune di Verona
Il progetto si configura come
sperimentazione di nuove modalità di lavoro e come intervento di accelerazione
per l’introduzione di innovazioni e di apprendimenti strumentali e
metodologici, utili a rendere più efficace il lavoro di contrasto al disagio
minorile e di sostegno alla genitorialità. L’obiettivo generale è di
contribuire ad accrescere il benessere di famiglie con minori a disagio,
attivando percorsi che permettano alle famiglie di svolgere la funzione
genitoriale, e ai minori di partecipare al proprio percorso educativo.
Destinatari diretti delle attività sono le famiglie dei circa 140 minori in
tutela tra i 10 e 17 anni, accolti annualmente nelle comunità educative
residenziali del territorio veronese, oltre ad altre 200 famiglie con figli
minori in situazione di disagio o fragilità che fino ad oggi non sono entrati
in contatto con il mondo dei servizi sociali o con altre agenzie di supporto.
Feltrino Comunità Educante del Comune di Feltre
Il progetto ha l'obiettivo di riformulare, in modo più strutturato, i servizi formativi rivolti a insegnanti, adulti di riferimento e studenti che presentano disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES), attraverso un lavoro di rete tra amministrazioni locali, famiglie, istituti scolastici e servizi sociosanitari, finalizzato al contrasto della dispersione scolastica. La consapevolezza e conoscenza del problema e la condivisione di strumenti, strategie e tecniche tra tutti gli attori del sistema è valore aggiunto anche in prospettiva futura: garantisce infatti la presenza sul territorio di una cultura diffusa aperta ed inclusiva, capace di fare in modo stabile della realtà feltrina una comunità educante. Il progetto si svilupperà nel Distretto di Feltre (Comuni di Feltre, Cesiomaggiore, Santa Giustina, Pedavena, U. Setteville, Arsiè, Fonzaso, Lamon e Borgovalbelluna). Sono circa 800 gli studenti delle scuole secondarie del territorio coinvolti con le loro famiglie.
Prevenzione Educativa di Comunità del Cestim
Per i minori figli di immigrati il rischio di trovarsi in povertà educativa è più alto rispetto ai loro coetanei italiani. Il progetto promuove il successo scolastico e formativo degli alunni figli di immigrati, segnalati dalle scuole per le difficoltà che si manifestano durante il percorso scolastico (basse prestazioni e/o difficoltà di integrazione). Tutte le azioni di progetto sono mirate ad un coinvolgimento attivo e ad un protagonismo delle famiglie immigrate in un’ottica di capacity building, mirando ad una progressiva autonomia dalla dimensione assistenziale dei servizi. Il programma proposto prende origine dall'esperienza più che decennale dei numerosi soggetti della rete di partenariato (circa 80 enti tra Istituti scolastici, Centri Formazione Professionale, Enti comunali, operatori del sociale e della mediazione culturale) nel condurre azioni a supporto dell'integrazione scolastica e socio-culturale di minori stranieri residenti. Interessa il territorio dell’intera provincia di Verona nei 4 Distretti di competenza dell'Ulss Scaligera (450 minori seguiti, 480 docenti e 80 dirigenti scolastici coinvolti, 30 amministrazioni comunali).
Residenze Aperte della Fondazione Recanatesi
Peculiarità del progetto è la creazione una nuova “alleanza” strategica tra famiglie, operatori e amministratori della struttura, coinvolti nella presa in carico del soggetto anziano fragile, ospite delle strutture residenziali partner dell’iniziativa. Nelle varie azioni specifiche previste, risulta centrale la valorizzazione del know-how e delle risorse impegnate nella gestione degli ospiti.Il progetto è presentato da una rete di 6 strutture residenziali della provincia di Ancona, accomunate dal desiderio di migliorare la qualità della vita dei propri ospiti, delle loro famiglie e dei professionisti coinvolti nei processi di assistenza. Suo bacino d’utenza è composto prevalentemente dalle aree di Osimo, Loreto, Senigallia e Trecastelli: intende rivolgersi ad una significativa quantità di utenti, pari a 2.000 c.ca (stimati 873 anziani ospiti, 580 loro famiglie, 645 operatori strutture).
Rete vicentina del Comune di Vicenza
Come in un circolo vizioso, la povertà educativa alimenta quella economica e viceversa, trasmettendosi di generazione in generazione. Ne consegue che i bisogni di bambini e ragazzi con disagio socio-economico, oggi, spostano l'attenzione su diversi aspetti della situazione familiare, che deve essere presa in carico nel modo più efficace possibile. Il progetto vuole sostenere un radicale cambio di metodologia di tale presa in carico e nel sostegno alle famiglie e ai minori in condizione di bisogno, attraverso la creazione di Equipe Multiservizi, formate da professionisti di varie realtà del Pubblico e del Privato Sociale, che lavorano in sinergia per creare percorsi educativi ad hoc, calati sul reale bisogno del minore e del suo nucleo familiare. Destinatari dell'intervento sono 75 minori e giovani tra 0 e 25 anni e loro famiglie, residenti nel territorio comunale.
Domiciliarità 2.0 dell'Azienda Ulss 9 Scaligera
Il progetto intende ripensare i servizi forniti a casa degli anziani, in condizione di fragilità e non autosufficienza, e delle loro famiglie cercando di presentare risposte nuove e integrate in un contesto ove stanno cambiando i bisogni, gli anziani sono sempre più soli e stanno diminuendo sia le risorse pubbliche che quelle familiari. Si intende sia integrare tra loro alcuni servizi frammentati (assistenza domiciliare comunale, prestazioni sanitarie di competenza Ulss) e forniti da enti differenti, per migliorarne qualità, efficienza accessibilità e disponibilità, sia mettere a sistema dispositivi innovativi sperimentati con successo in alcuni dei comuni partner (custode sociale, affido anziani, gruppi di supporto per caregivers, centri aggregativi). Rilevanti impatto territoriale e bacino d’utenza coinvolta: una cinquantina di comuni coinvolti, a copertura del Distretto Ovest Veronese e parte di quello di Pianura (oltre ad alcuni Centri servizi residenziali e Cooperative sociali operanti nei servizi domiciliari), potenzialmente sono 77.000 gli ultra 65enni coinvolgibili.
Come in Famiglia di Ser.Sa Servizi Sociali Assistenziali (Belluno)
Poiché l’ingresso di un anziano in struttura comporta nella famiglia una frattura difficilmente compensabile (anche per limitazioni strutturali), il progetto intende creare spazi e occasioni per vivere relazioni di qualità superando la stretta logica del classico rapporto di assistenza. Il progetto (per ricreare il più possibile la comunità domestica) oltre ad una diversa comunicazione, intende valorizzare il benessere in struttura anche degli stessi caregiver; inoltre alcune azioni saranno specificatamente dedicate all’accompagnamento nelle fasi del fine vita (pure con training al personale interno). Coinvolte le aree di Belluno, Feltre, Longarone, San Vito di Cadore, Val di Zoldo, Ponte nelle Alpi, Limana con partnership dei comuni o di enti dedicati all’assistenza anziani (coinvolgendo 700 famiglie e anziani, dislocati nelle 7 comunità locali).
Tessere Legami del Comune di Belluno
Il progetto interessa i territori di Belluno, del Cadore e
dell'Agordino e intende contrastare la povertà educativa, dedicandosi ai servizi
0-6 anni e alla formazione di genitori ed insegnanti. Tessere legami è la
metafora del lavoro di rete e di sinergie e dei molteplici fili di azione che
il progetto vuole realizzare con un approccio di comunità partecipativo e un
ripensamento delle modalità del lavoro socio-educativo, che al momento non
risultano efficienti nell'offrire risposte alle difficoltà dei singoli e delle
famiglie. La ricaduta sociale è potenzialmente significativa dal momento che il
target di utenza a cui si rivolge il progetto è costituito dalle famiglie con
minori di un territorio geograficamente esteso (c.ca 35.700 famiglie).
Oltre il campo della parrocchia Santa Maria e SS.Filippo e Giacomo
Il progetto si rivolge ai nuclei sinti, prioritariamente ai minori e alle giovani coppie, del Comune di Sandrigo. Si tratta di circa 60 persone, raggruppate in famiglie stanziali dislocate su un terreno del demanio situato lungo gli argini del torrente Astico, in situazione di grave disagio. La rete di partner intende accompagnare e facilitare percorsi di inserimento abitativo in alloggi convenzionali, sostenere la frequenza scolastica dei minori diminuendo la dispersione scolastica, avviare percorsi diversificati di inserimento lavorativo, promuovere la sensibilizzazione del territorio relativamente alla cultura sinti.
School contest intergenerational del Comune di Bosco Chiesanuova
Il progetto intende agire in modo integrato sui diversi bisogni sociali del territorio, adottando un innovativo approccio sistemico ai servizi che metta al centro il ruolo, le ricchezze e le fragilità di tutta una comunità, realizzando azioni di supporto e di creazioni di servizi con una forte connotazione mutualistica, prevedendo il coinvolgimento, soprattutto, di anziani e giovani. L’elemento connettivo delle proposte intersettoriali previste è uno spazio fisico identificante per la comunità: la nuova scuola comunale (inaugurata nel 2017) che è stata pensata e progettata prevedendo numerosi e ampi spazi per laboratori, uso polifunzionale e cucina dedicata. Peculiarità della proposta è, inoltre, anche la sperimentalità di approccio specifico per la configurazione in territorio montano (il Comune di Bosco ha molte contrade piccole e disperse), con azioni di rete e prossimità territoriale anche attraverso una maggior diffusione dell’utilizzo delle tecnologie (coinvolgimento di 900 studenti, 100 famiglie e 1.000 anziani over 65).
Ente per tag : Comune di Bosco Chiesanuova (VR)