Storie del territorio | 08 febbraio 2012, 17:00

Tir incastrato ad Alcenago situazione limite in Loc. Sengie

ALCENAGO - Un po' di incredulità e un po' di apprensione. Sono questi i sentimenti che si sono vissuti ieri mattina, 8 febbraio, quando un autoarticolato si è trovato davanti, in Loc. Senge di Alcenago, lo sbarramento posto a seguito della frana dello scorso 2 ottobre.

Strada interrotta, nessuna possibilità di fare retromarcia, una sola soluzione: avventurarsi lungo la stretta strada sterrata che, attraverso il campo, permette di proseguire verso Fiamene e quindi Negrar e la Valpolicella.

Fortunatamente, grazie alla pazienza dell'autista e di un residente, l'enorme autoarticolato è riuscito a divincolarsi (non senza ripetuti incastri) e proseguire, appunto, verso la destinazione. Le operazioni di manovra sono comunque durante circa venti minuti, duranti i quali la circolazione di residenti e lavoratori lungo il già difficile tratto si è resa ulteriormente difficoltosa.

Una situazione questa, che non succede per la prima volta, dato che in più di un'occasione i grossi camion proseguono sulla strada nonostante la segnaletica indichi già da stallavena le deviazioni per Negrar lungo la dorsale del Monte Comun, in ogni caso un po' strettina per veicoli di quelle dimensioni.

Tutto questo ci fa ritornare sulla frana che più di quattro mesi fa ha tagliato in due la strada provinciale 12/A di Fiamene, interrompendo il collegamento tra la Valpantena e la Valpolicella e lasciando isolata Contrada Senge. Sono stati proprio gli abitanti dei residenti di questa piccola frazione a renderci conto dei disagi che ancora non sono terminati, in particolare coloro che, per motivi di lavoro o studio, percorrono quotidianamente quella strada per raggiungere l’altra vallata.

Quando, come in questo caso, sono i conducenti di camion di grandi dimensioni a non rispettare i divieti, si vengono a creare delle situazioni che, oltre a fermare la circolazione, si fanno anche pericolose, dato che la sede stradale è molto stretta e senza paracarri o guard rail che impediscano ai rimorchi di scivolare sul terrapieno.

Anche se il fenomeno in parte è già stato limitato dalla presenza delle forze dell’ordine pronti a multare i trasgressori. Tuttavia, ciò sembrerebbe non è essere ancora sufficiente, e l'esempio di cui vi abbiamo riportato ne sembra essere la conferma.

Jessica Ballarin

Matteo Bellamoli